Il canonico penitenziere "Antonio Casertano" scrisse un commemorando, letto nella chiesa parrocchiale di San Marcello Maggiore in Capua il d� 7 febbraio 1944, in ricordo del parroco prof.don Camillo Natale-Galiani ivi deceduto il 4/1/1944.
L'ultima volta che lo vidi dinanzi a l'orride rovine del Duomo, era rimasto quasi senza parola, come trasognato. Su quel volto emaciato ed esangue si leggeva lo strazio atroce del suo cuore di sacerdote e di cittadino perch� Camillo Natale, pur non capuano d'origine (Casapullese) amava Capua con appassionata tenerezza di figlio. E a Capua diede il pi� e il meglio delle sue ricchezze interiori. Laureatosi in lettere presso la Regia Universit� di Napoli, venne dal cardinale Alfonso Capecelatro chiamato a insegnar latino nei corsi liceali di Capua. Erano i tempi in cui il Seminario di Capua toccava il culmine della sua parabola ascendente. Uomini tra i pi� colti del Clero archidiocesano ne tenevano la direzione e v'impartivano l'istruzione. E gli alunni affluivano, non solo da tutte le zone dell'Archidiocesi, ma pure da tutta la Campania e da altre regioni meridionali della Penisola: qualcuno veniva perfino dalla Sicilia. Il novello professore fu all'altezza del suo compito. Nulla di asprigno uggioso pesante pedantesco nel suo metodo didattico. In poche e rapide battute, illuminate d'un benevolo sorriso, rendeva facili le pi� astruse regole di sintassi prosodia e metrica, e svelava le bellezze linguistiche stilistiche e artistiche dei grandi Classici della latinit�. Soprattutto amava essere un educatore. Perch� nella scuola non vedeva solo cervelli da imbottir di cognizioni, ma anime intere da sviluppare armonicamente e aprire agli alti ideali della vita. E sapeva trovar lo spunto per accendere ne' cuori fremiti di vita religiosa morale e civile. I giovani lo veneravano. E fuori, nel tumulto del gran mondo, portavan sempre viva nell'animo la cara immagine paterna del Professore di latino. La figura di Camillo Natale Galiani rifulge particolarmente nel campo pastorale. Tre parrocchie gli vennero successivamente affidate: La Parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli in San Prisco (poco dopo l'Ordinazione Presbiteriale); quella di Sant'Elpidio in Casapulla; quella di San Marcello Maggiore in Capua. In tutte e tre fu infaticabile Operaio del Vangelo. Specie in questa di San Marcello Maggiore; ove venne con gran corredo d'esperienze, e ove rimase fino alla sua ultima ora, per quasi un trentennio. Travagliato dall'ansia bruciante di portare anime a' piedi forati e insanguinati de l'Amore Crocifisso, non pensava che ai problemi dello Spirito; E dalla sua torrida anima rampollavano luminose forme di apostolato. Vedeva le chiese deserte? E accendeva le "Lampade Viventi": anime cio� che ardono e splendono davanti a Cristo Eucaristia, in rapimento d'amore. Vedeva la preghiera, sublimazione de l'anime dalle opacit� della terra ai fulgori del Cielo, negletta e schernita? E dispensava migliaia di corone del rosario. Vedeva la riluttanza, sempre diffusa alla legge d'amore e di dolore del cristianesimo? E portava nelle case la Croce, abissale poema che da due millenni canta il pi� alto Amore e il pi� alto dolore. Vedeva crescer, anche tra le classi colte, l'ignoranza religiosa, radice feconda di miscredenza e d'indifferentismo? E faceva una ristampa di alcuni trattati de "La Dottrina Cattolica" del Capecelatro: pagine calme ariose soleggiate, che espongono dimostrano e vigorosamente difendono contro gli assalti della negazione le verit� del Cattolicesimo. Vedeva l'istituto familiare disgregarsi sotto l'azione dissolvitrice d'una torbida mondanit�, spensierata e gaudente? E con l'Associazione Pio X chiamava a raccolta gli Uomini Cattolici per la restaurazione cristiana della famiglia. Vedeva i fanciulli e i giovani minacciati dalla corruzione dilagante? E apriva loro la sua casa; dava loro innocenti svaghi; parlava loro con la voce del cuore; spargeva copiosamente in quelle vite esuberanti il frumento di Cristo. Vedeva i Soldati sbattuti dal turbine della vita militare? E li accoglieva ne "La Casa del Soldato" - ove trovavan qualche comodo e respiravan l'aria corroborante della sanit� morale. Vedeva poveri dibbattersi duramente nella morsa dilacerante della miseria? E, acceso di carit�, soccorreva con larghezza. E non si fermava qui; ma, attraverso la misericordia corporale, arrivava alle anime e le illuminava. E' stato detto da un grande Scrittore e gran Cristiano dei nostri giorni:"A che altro � pi� simile un prete santo, se non a un simbolico cero che bruci, consumandosi, tra Dio e gli uomini, acceso in Dio, splendente per gli uomini?.......... . Pass� sulla terra come fiamma inconsumabile d'amore. ....... .
Ferdinando de NATALE SIFOLA GALIANI scritto il 03-06-2007 alle 14:51