Il fatto � raccontato in una lettera del 05 marzo 1989 inviata alla prof.essa Teresa Natale-Galiani, residente e domiciliata in Caserta, dal prof. Raffaele Marmo, di famiglia casapullese molto stimata.
"Qualche vecchio pu� rammentare ancora la salda e cordiale amicizia che mi leg� per molti anni e fino alla di lui morte al sig. Manlio Natale, una persona che stimavo per la sua larga erudizione in lettere, filosofia e musica e col quale mi piaceva di intrattenermi in conversazione sui pi� disparati argomenti. Un meriggio del lontano 1947 di pieno luglio, non ricordo esattamente il giorno, avevo incontrato il sig. Natale all'incrocio tra la strada provinciale con la vicinale per Caturano nei pressi del negozio di uno degli Amodio. Proveniva in bicicletta da Santa Maria C.V. ed era diretto a casa sua (palazzo Natale in fondo a Via Diaz difronte alla vigna). Egli scese dalla bicicletta e si accompagn� a me. Iniziammo subito una conversazione ad onta dell'ora piuttosto tarda per il pranzo.
Quando giungemmo a quel largo davanti alla cappella detta di Sant'Antuono (Santissima Concezione), ci fermammo proprio sotto il simulacro del prof. Stroffolini. La via e la venella, data l'ora calda e meridiana erano letteralmente deserte.
All'improvviso ci sentimmo salutare da un sonoro e largo "buon giorno" che ci fece girare verso la provenienza della voce e vedemmo avanzare, dalla stessa via che avevamo percorsa noi, a passi larghi e silenziosi un sacerdote col cappello sulla nuca e le mani dietro la schiena con le quali reggeva le falde del suo cappottino che portava a dispetto dell'afa. Buon giorno rispondemmo insieme io e don Manlio e subito ci rituffammo nella nostra conversazione; ma dopo poche battute don Manlio si arrest�, guard� verso il sacerdote che frattanto era giunto all'altezza della casa del defunto notaio "di Caprio". Guard� me, guard� ancora verso il sacerdote che si allontanava a passi misurati ed esclam� col suo vocione di basso: ma quello � Camillo Natale! E dopo qualche istante di riflessione mi fece osservare: ma Camillo � morto. Io che conoscevo don Camillo, pur non avendo dimestichezza, con lui, che pure mi aveva battezzato, come invece l'aveva don Manlio che era stato e ancora rimaneva suo amico, mi risvegliai come da un torpore e guardai in direzione del sacerdote che si allontanava solitario e silenziosamente ma senza fretta verso il trivio da noi detto vigna.
Raggiungiamolo! Dissi all'amico e subito egli, volta la bicicletta che spingeva a mano nel senso della marcia. E con me con passi che almeno allora ci sembravano forzati, ci mettemmo all'inseguimento. Pu� sembrare strano, ma, nonostante il nostro affrettarci, nonostante l'olimpica marcia del sacerdote, questi ci tenne sempre distanziati dello stesso tratto fino alla fine della via, quando egli volt� verso il cimitero. Di l� a qualche minuto fummo pure noi al trivio, ma il sacerdote era sparito. Don Manlio che conosceva ad una ad una le persone che abitavano in quel principio di via, entr� in un portone dopo l'altro per chiedere se avessero visto entrare un sacerdote, mentre gli tenevo la bicicletta in mezzo alla via, ma nessuno l'aveva visto. Era certamente Camillo! Afferm� alla fine don Manlio. Chiss� perch� s'� mostrato a noi. In parentesi dir� che don Manlio, dopo quella apparizione ritorn� definitivamente in seno al credo cattolico, dopo un lungo periodo di miscredenza. E intanto io credetti di trovare la spiegazione e gliela riferii. "Quell'anno avevo insegnato matematica e fisica presso l'istituto magistrale di Capua e per gli esami di maturit� fui nominato membro interno di una commissione che ebbe per preside la prof.essa Maria del Re dell'universit� di Napoli e che era stata mia insegnante assistente del prof. Del Pezzo, quando ero studente di quella facolt�. La del Re era stata nominata presidente di due commissioni, la mia e una parallela e allora nomin� me segretario di tutte e due le commissioni. per tale incarico ebbi l'incombenza di nominare gli insegnanti di musica ed educazione fisica tra quelli che avanzavano domanda al Preside dell'istituto. Veditela tu! Mi disse la professoressa tu conosci la gente del luogo. E difatti per la musica scelsi una Natale (Teresa de Natale Sifola Galiani) che sapevo sorella di miei carissimi amici e nipote di don Camillo, e un'altra Natale da me assolutamente sconosciuta, ma si dichiarava abitante alla stessa mia via 4 novembre. E allora senza sapere chi fosse la nominai per l'altra commissione. Solo al ritorno a casa seppi che si trattava di una delle sorelle di don Camillo che io da ragazzo ero abituato a chiamare donna Candida e che non sapevo affatto che fosse diplomata in musica. E' forse superfluo notare che quella nomina (ella non aveva mai insegnato ed era piuttosto avanti con l'et�) le apr� le porte della scuola, dove divenne poi di ruolo, e pare ancora per miracolosa intercessione del santo suo fratello, che nella sua onest� aveva lasciato le sorelle in difficolt� economiche. Ma questa � un'altra storia.
Napoli 5 Marzo 1986
Raffaele Marmo
PS:possiedo una copia della lettera firmata dal prof. Marmo
Ferdinando de NATALE SIFOLA GALIANI scritto il 10-08-2007 alle 01:54
Commenti (1)
raffaele natale:
salve sono il dottore raffaele natale Date: 06-09-2010 15:03:16