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Convento di San Giovanni a Gaiano
Fonti video:
Prof. Merola Michele
Dalla corrispondenza tra Don Felice Provvisto e Pietro Granatello

� Colgo intanto la presente occasione per fornirti qualche notizia su S.Giovanni a Gaiano, che mi chiedesti quando ci siamo incontrati ultimamente nella cappella di S.Croce in occasione della mostra sugli affreschi del Monte dei Morti.
Mi risulta che le prime citazioni del monastero e della chiesa di S.Giovanni a Gaiano, ai quali accenner� nel secondo volume della storia di Casapulla, risalgano all�impero di Federico II di Svevia (1220-1250); ci� non vuol dire tuttavia che quel complesso religioso, alle falde del Tifata e nella localit� casapullese gi� allora chiamata Ciente Pertose non sia sorto in epoca anteriore, avendo per altro una storia poco nota e per certi versi alquanto burrascosa. Recentemente il prof. Giancarlo Bova di S.Maria C.V., che da alcuni anni cura la pubblicazione delle pergamene medievali della Chiesa di Capua, ha sostenuto, forse ignaro delle fonti che tra breve citer�, l�appartenenza di S.Giovanni a Gaiano al territorio di Casagiove. Ma che tale monastero, compresa la localit� circostante che da esso prese il nome, ricadesse nel territorio del casale di Casapulla, secondo il mio modestissimo parere sembra assodato da almeno tre notizie riscontrabili, come dicevo, in alcune fonti documentarie e in fatti concreti.

Primo. Pur non essendoci noto quando se ne interruppe la consuetudine, si sa che i Casapullesi si recavano in processione presso il cenobio di S.Giovanni a Gaiano addirittura portandovi la statua di S.Elpidio; perci� � ipotizzabile che la storica iuta a Ciente Pertose o la sagliuta �e Ciente Pertose, con la relativa scampagnata sul posto (pare oggi alquanto in disuso od ostacolata purtroppo a causa della cementificazione e dell�inquinamento ambientale), che si svolge il secondo gioved� dopo Pasqua, altro non dev�essere che una reminiscenza di quella antichissima processione alla volta di S.Giovanni a Gaiano.
Secondo. Lo storico Francesco Granata, dopo aver riferito che il complesso monastico insisteva su un terreno appartenente al Capitolo dei Canonici di Capua, accenna alla soppressione del suddetto monastero avvenuta il 28 settembre 1655 per decreto di papa Alessandro VII. A giustificazione del severo provvedimento della Santa Sede il Granata l�inosservanza della regola e l�ospitalit� offerta ai malviventi da parte dei religiosi che vi risiedevano. Non si sa in origine quali religiosi lo occupassero; pare che fossero i Domenicani; � certo invece che all�epoca della sua soppressione vi dimoravano i Gesuati, un ordine denominato anche dei Chierici Apostolici di S.Girolamo che si ispirava al principio alla regola di S.Agostino, istituito nel 1360 dal beato Giovanni Colombini e soppresso a sua volta nel 1668. I Gesuati avevano per principali occupazioni la preparazione di medicinali da distribuire gratuitamente ai poveri, la cura degli infermi negli ospedali e la vendita di liquori particolari da loro stessi confezionati. Ebbene, avvenuta la soppressione, una campana e parte degli arredi sacri della chiesa di S.Giovanni a Gaiano furono traslocate nella chiesa di S.Elpidio in Casapulla, dove si trovano ancora la medesima campana, chiamata comunemente la mezzana, e la cinquecentesca statua di S.Giovanni Battista.

Terzo. Ancora il Granata, che scrisse nel 1766, riferisce che a quel tempo di tale complesso monastico restavano �in piedi le Mura della Chiesa, e del Convento, mezzo dirute�. Intanto si pu� esser certi che ancora un settantennio dopo almeno la chiesa del monastero doveva essere in qualche modo funzionale, se � vero, come risulta dai documenti, che nel 1837 essa fu usata come luogo di sepoltura per i Casapullesi morti a causa della violentissima epidemia di colera scatenatasi in quell�anno.
Ti posso infine anticipare che proprio la chiesa di S.Giovanni a Gaiano rientr� in uno dei fatti di cronaca casapullese pi� eclatanti e sconvolgenti per quei tempi. Infatti nel 1702 o 1703 nel tribunale della Curia Arcivescovile di Capua fu giudicato il caso di un aborto procurato, misera conseguenza di un rapporto illecito fra due giovanissimi del paese, di cui lui era un chierico non destinato al sacerdozio. Giunta la ragazza al sesto-settimo mese di gravidanza, la coppia ricorse all�aiuto di una donna di San Prisco, una imbrogliona o fattucchiera pi� che una improvvisata ostetrica, la quale con illeciti e rudimentali meccanismi caus� anzitempo il parto. Venne alla luce un bimbo vivo, di cui purtroppo � ecco la gravit� del reato � i due miserabili ed incauti giovani procurarono la morte abbandonandolo appunto nella chiesa di S.Giovanni a Gaiano.
Non v�� altro. Spero di aver saputo e potuto in qualche modo soddisfare la tua curiosit�, o piuttosto il tuo interesse su S.Giovanni a Gaiano, con l�augurio per me che la presente ti possa giungere gradita.
I miei ringraziamenti a te, uniti a cordialissimi saluti e sinceri complimenti per il sito su Casapulla.
Casapulla, 29 gen 2009.
Sac. Felice Provvisto
Rubrica a cura di Pietro Granatello
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